lunedì 27 febbraio 2012

Mangiare è un Rito

Il cibo nasconde simboli antichissimi e significati sociali. Per questo nozze, compleanni e persino funerali si celebrano con solenni scorpacciate.

Mangiare è molto di più che nutrire il corpo. Proprio perchè senza alimentazione non c'è vita e poichè anche dal cibo dipende la nostra salute; a questo aspetto quotidiano e in apparenza banale del comportamento si sono attribuiti da sempre significati simbolici.
Da quelli religiosi, fino a quelli legati al sesso: l'offerta del cibo tra uomo e donna, per esempio, simboleggia l'attrazione erotica.

Civiltà in cucina

Del resto per storici e antropologi lo sviluppo stesso della civiltà si deve alla scoperta della cottura e alla nascita dell'agricoltura e dell'allevamento. Come spiega il professor Montanari ( tra i maggiori esperti di storia e cultura dell'alimentazione), significati simbolici e sociali hanno accompagnato fino ad oggi gusti alimentari, tradizioni gastronomiche e abitudini a tavola.

Nel corso della storia ad alcuni cibi ( il sale, l'olio e il pane) si è attribuito un grande significato simbolico. Perchè?

I simboli alimentari hanno un rapporto con la materialità dei cibi.
Il sale era simbolo di incorruttibilità e fedeltà perchè la sua azione concreta è quella di conservare i cibi prosciugandoli. In oltre fin dall'antichità, nell'area mediterranea il pane, il vino e l'olio erano simboli dell'uomoche "piega" l'ambiente: si tratta infatti di alimenti che non si trovano in natura, sono frutto di una civiltà tecnologica. Il simbolismo di questi simboli fu ripreso dal cristianesimo, che li mise al centro dei suo riti.

Antropologi e studiosi delle religioni hanno mostrato come, in passato, i riti funebri fossero accompagnati da ricchi banchetti. Perchè il cibo, fonte di vita, è associato alla morte?

Solo l'occidente contemporaneo separa nettamente vita e morte. In altre culture e in epoche passate, per esempio nel Medioevo, il rapporto dell'esistenza di questi aspetti è più stretto.
Il cibo che nutre i vivi serve anche a "nutrire" i morti ( da qui l'abitudine di deporre viveri nelle sepolture). La loro memoria veniva celebrata attraverso i banchetti funebri, in cui si lasciava un posto vuoto, riservato al defunto.
Oltre che con i morti il cibo mette in comunicazione con le divinità.
L'esempio a noi più vicino è l'ostia della messa, attraverso la quale ci nutre di Dio.

Tra le forme rituali legate al cibo c'è il digiuno. Come è nata questa pratica?

La rinuncia del cibo è una forma di penitenza, ma anche di controllo e di uso del corpo e può assumere diversi significati. Il digiuno politico, per esempio, è una forma di protesta che utilizza il corpo come arma.
Il digiuno religioso, utilizza anch'esso il corpo come arma, ma con lo scopo di raggiungere un estasi ascetica ( rifiutare i piacere terreni).
Quanto all'origine di questa pratica usata già dagli sciamani primitivi e diffusa soprattutto nel Medioevo essa non ha alcune relazioni con la fame e le carestie frequenti in tale epoca, diversamente da quanto si potrebbe pensare.
Gli eremiti e i monaci sottolineano infatti che il digiuno deve essere una libera rinuncia, indipendente dalle risorse disponibili. Anzi è più apprezzato se compiuto in situazioni di abbondanza. I monaci medioevali ad esempio, accumulavano in tavola grandi quantità di cibo, per poi rifiutarlo.
"Che merito ci sarebbe a privarsi di qualcosa che non c'è"



Oggi qual'è il rapporto tra alimentazione e società?

La quantità di cibo servito in tavola è stata a lungo socialmente importante. Una tavola riccamente imbandita indicava potere e prestigio. Questo perchè il cibo era un problema per molti e averne amplia disponibilità era un privilegio. Inoltre mangiare molto era segno di forza, un antico attributo del potere.
La contrapposizione fame-abbondanza in Italia e altri paesi occidentali è rimasta viva fino a pochi decenni fa.
Oggi però, nei Paesi industrializzati sono i ricchi ad essere magri, mentre i "poveri" tendono all'obesità.
Nei paesi ad alto reddito, il simbolo si è rovesciato: l'abbondanza è a disposizione di quasi tutti e non è più sinonimo di privilegio sociale. Il ricco dei nostri giorni sottolinea il proprio Status attraverso il distacco ostentato dal cibo, con il "mangiar poco".
Nel mondo contemporaneo sta sparendo l'idea che il tipo di alimentazione indichi la " qualità sociale delle persone". La società industriale promuove, infatti, l'idea del cibo per tutti, cosi da poter vendere i proprio prodotti alimentari al maggior numero di persone disponibili.

La novità principale dell'età contemporanea è il binomio cibo-identità territoriale, che non era conosciuto in passato. Associare un modo di mangiare ad un determinato territorio e alla sua popolazione ( ad esempio, le ricette a base di soia e l'uso delle bachette individuano la popolazione asiatica), vuol dire comprendere tutte le classi di quell'area, mettendo in secondo piano le differenze sociali.

 Quali sono invece i riti alimentari del nostro tempo?

Sono davvero tanti, dall'ormai storico fast-food al ristorante di lusso, dai rituali delle diete alle mode gastronomiche. A parte le diete però, sono tutti accomunati dalla convivialità, cioè dal fatto di compiersi in gruppo , dal "mangiare insieme".
L'uomo è un animale sociale e ama condividere con i suoi simili il momento del pasto. Per questo ogni gesto del nutrirsi è in realtà una forma di comunicazione.
Il pasto in comune sia esso un pranzo nunziale o un semplice aperitivo, segna ancora oggi l'identità e l'esclusionce, l'appartenenza ad una comunità e i rapportio di forza e potere al suo interno, le identità economiche, religiose e ideologiche.

Approfondimenti:
Seminario I Rituali del Cibo


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